Qualche giorno fa ho preso degli appunti, temendo che andare a braccio avrebbe potuto scatenere reazioni emotive difficili da gestire.

Come Acrobate, collettivo affettivo politico nato alla scuola raccontarsi di Villa Fiorelli nel 2003-2004, abbiamo scritto un testo collettaneo nel libro dedicato a Liana, uscito ieri, di cui parleremo in questi giorni. Ognun* di noi, oltre al confronto corale che ci ha portat* alla scrittura a più mani, ha ripercorso il proprio rapporto con Liana.

Condivido con voi alcuni ricordi,  scritti ad aprile, dei momenti salienti vissuti con Liana, rivolgendomi direttamente a lei, anche se annotavo non scrivo mai alle persone morte in prima persona, mi sembra sciocco e inutile, ma oggi mi viene così.

Utopia Livorno 2013

mi doni la tua preziosa cartellina con tanti tuoi saggi sulla fantascienza femminista

casa firenze non ricordo l’anno

guardando la libreria all’ingresso mi parli della fantascienza, di quanto te ne sei occupata e di quanti punti di contatto ci sono con la migrazione, con l’intercultura, l’alieno come il diverso, l’altro e paralleli con il femminile rispetto alla cultura maschile

volevo iniziare dalla scuola di Livorno che ricordavo prima di Duino, invece è  stata dopo, nel 2013, ricordo la gioia di una scuola sul mare, il nutrimento tra utopico e fantascientifico, anche se di utopia ricordo già interventi a Villa Fiorelli, non so se sarà questa la parola che ci hai donato che porto con me, so che nel leggere necrologi su di te, mi ha molto colpita che in più di una ti definissero visionaria, utopista, ti ho sempre trovata così concreta, reale, combattiva, rivoluzionaria nel quotidiano, attiva nel presente.

Mi domando qual’è il primo ricordo che associo a te, forse mentre scendi le scale di Villa fiorelli? Forse ci eravamo sentite prima al telefono? Eri tu che mi chiedevi se ero lesbica che in tal caso c’era una borsa di studio? Una domanda anomala senza dubbio, almeno per me nel 2003.

Il grande rimpianto è non aver condiviso con te le bozze del mio libro, tu mi chiedevi e io per estremo senso del pudore non ti ho mai mostrato nulla, anche se grazie anche al tuo contributo e non solo a quello di Clotilde, quel progetto ha potuto prendere corpo.

Che tu sia morta senza averlo letto resta in me come un gesto non fatto, una sorta di non detto dovuto al mio stupido assurdo senso del non disturbo, del non eccedere in dismisura verso l’altra, una stronzata enorme, un gesto egoista di non generosità nei tuoi confronti che sei sempre stata generosa e ospitale, condividevo la tua casa,  il sapere, gli affetti, la cura, la politicità quotidiana, che hai tessuto reti per far emergere valorizzandola la personalità di ognuna

ecco adesso sono in lacrime non credevo sarebbe successo invece… invece ancora sembra incredibile tu non ci sia più, Clotilde che mi scrive e mi parla del convegno di dicembre e tu non ci sarai, non ci sarà la tua apertura, i tuoi ricchi complessi arricchenti testi che ci spronano a crescere nella riflessione condivisa, che ci mostrano reti, legami grovigli che possono dare vita all’alternativa nel quotidiano.

Dopo questi appunti di aprile e la fine della stesura del testo con Antonella, Alessia, Elisa, Filippo c’è stato un momento importante, tra i tanti a Liana dedicati.

Alla scuola estiva di Befree, creata e fortemente voluta da Antonella nel 2010, che oggi qui potremmo definire una diffrazione della pratica della scuola femminista nata per noi con Raccontarsi, c’è stato un  momento molto intenso dedicato a Liana, un momento curato da Antonella e dalla staff della scuola, le sue compagne che hanno dato vita alle parole di Liana coi loro corpi e le loro voci, alcune anche senza averla conosciuta, un gesto di amore verso Antonella e di riconoscimento del suo amore per Liana. Travolta dall’onda emotiva, presi parola anch’io per la prima volta senza piangere perché sperimentavo, grazie alla cura amorosa agita dalle altre, che si poteva parlare di Liana senza scoppiare in lacrime e soccombere al dolore. Sentire le sue parole e le sue pratiche lette da Anto, Federica, Gaia, Sara, Silvia,  mi ha reso consapevole del fatto che si può far circolare tutto ciò che Liana ci ha dato, in maniera diffrattiva appunto, facendola arrivare alle donne che non l’hanno conosciuta, alle soggettività che ne sentiranno parlare, che la leggeranno, nutrendosi di tutta la complessità, la bellezza, la spigolosità che lei ci ha donato. Liana arriverà anche a chi non ha avuto come noi l’immensa fortuna di averla conosciuta, di averla avuta come maestra e come pungolatrice, come compagna.

Ve lo racconto oggi qui all’inzio di questa due giorni dedicata a Liana e da lei ispirata perché parlare di Liana possa essere per noi una festa collettiva, come Carla Lonzi definiva il femminismo, sappiamo da tempo che senza ballare e cantare, senza gustare buon cibo, leggere romanzi, confrontarci con le amiche, senza assaporare la vita con gioia nonostante tutto, non può esserci rivoluzione, e visto che Liana ha rivoluzionato la vita di tutt* noi non possiamo dedicarle un convegno così importante senza anche celebrare una festa, la nostra festa per tutto ciò che siamo grazie a Liana. Liana che è diventata con la sua intermittenza la nostra stregatta, e chissà se ci sorride da universi quantistici paralleli.

Questa mattina fanno festa a Liana con noi Roberta, Monica e Samuele.

Appunti di Pamela Marelli
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